Immaginate questa scena: una coppia al ristorante entrambi con il cellulare in mano, scrollano distrattamente il dito sullo schermo touch, comunicazione verbale assente, comunicazione non verbale abbastanza esplicita di chiusura verso l’altro. Ad aumentare il fenomeno è sicuramente la modalità di consultare il menu’ del ristorante, in chiave moderna, senza consultare la carta ma tramite QR code. Ma anche in questo caso si potrebbe parlare con chi pranza o cena con noi, esplicitando l’eventuale scelta del cibo che si sceglie. Ho osservate tante di persone coinvolte in questi atteggiamenti. Ma che cosa è il phubbing? E’ l’essere distratti dal proprio telefono, snobbando l’altro mentre si sta in compagnia, creando un muro relazionale invece di avere un ponte di dialogo e relazione. Se è uno dei due che utilizza il telefono, è distratto dalle notifiche, fa sentire l’altro come poco importante, poco interessante, poco significativo, sprecando il tempo che l’altro sta dedicando. Se entrambi utilizzano il telefono e non solo per consultare il menù, chissà come mai si sono seduti allo stesso tavolo! Stanno per cenare da soli o in compagnia di qualcuno che è in rete e non è presente in quel momento. Ci abbiamo messo così tanto tempo per riuscire a connetterci con chi vive lontano che rischiamo di disconnetterci da chi è accanto a noi. Possibile che non riusciamo ad utilizzare un mezzo così utile, senza eccedere? Rischiamo di essere sempre più distratti e scollati dalla relazione di persona, sempre più isolati, sempre più soli, sempre meno capaci di ragionare, meno capaci di intessere una relazione, un dialogo, uno scambio di idee, tutto è mozzato, interrotto. Rischiamo di scordare come si articoli un discorso, come lo si possa svolgere da un punto iniziale ad uno finale,perché ci sarà un suono, una luce luminosa sul display che distrarrà noi o la persona con cui siamo. Possono capitare momenti in cui attendiamo una email importante, una telefonata dal medico, la notizia di qualcuno che non sta bene, la telefonata per un nuovo posto di lavoro. Ma questo non dovrebbe essere la nuova quotidianità. Il disinteresse verso il partner inciderà sul dialogo, sull’attenzione reciproca, sulla voglia di stare insieme e rovinosamente sul comportamento sessuale. Quanto sarebbe bello, utopicamente, se si utilizzasse la tecnologia per accorciare la distanza, quando la persona che amiamo è lontano da noi per lavoro, quando con una video chiamata raggiungiamo parenti che vivono a centinaia di chilometri di distanza. Riprendiamo in mano la consapevolezza della nostra vita, ricominciamo a ragionare, diamoci dei limiti per non eccedere, usiamo il buono e l’utile della modernità, non immergiamoci nel mare della solitudine perché se non ci fermeremo ed arriveremo al fondo perdendo l’unicità dello stare in relazioni, preziose ed autentiche che sono la linfa vitale della nostra anima!
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