Ipengiofobia cosa è? E’ la paura di prendersi le responsabilità. Non c’è un pericolo effettivo, ma terrorizza il dover decidere qualcosa. Sempre più spesso sento pazienti, sia giovani che adulti, che mi raccontano di essere sgomenti se devono decidere di intraprendere una attività, spesso mi dicono che sia meglio soffrire per la rinuncia ad un amore nascente piuttosto che dover poi sentirsi in una relazione e prendersi la responsabilità di essere parte attiva, insieme all’altro, nella coppia. Altre, al contrario, si caricano di incombenze, senza chiedere aiuto, senza delegare perché vorrebbe dire abdicare al controllo. La paura di responsabilità limita l’efficienza lavorativa, la capacità di avere relazioni sociali ed affettive appaganti. Si cerca di ovviare al disagio evitando le situazioni che potrebbero portare all’insuccesso, questo dà sollievo momentaneo per poi portare la persona ad un senso di incapacità paralizzante. Affrontare le responsabilità della vita porta con sé paura di sbagliare che blocca la capacità di agire, paura di non essere all’altezza delle aspettative proprie ed altrui, paura dell’eventuale esito negativo, paura di perdere l’amore delle persone a cui si tiene, paura di essere visti come non di successo, non competivi.
La paura è una spia che si accende nel nostro corpo e ci avverte che qualcosa ci sta, giustamente, preoccupando; da qualche parte ravvisiamo un pericolo. La paura può avere diversi gradi, quando sono per noi accettabili sono un ottimo segnale che ci suggerisce di essere cauti e ci spinge a trovare soluzioni. Nel grado estremo, quando la spia che si è accesa ed è diventata un allarme e ne siamo consapevoli, non riusciamo a trovare soluzioni.
Che fare?
Sarebbe importante rivolgerci ad un terapeuta chiedendo aiuto. Inoltre sono utili pratiche di meditazione come la mindfulness. Utile imparare a riconoscere le proprie sensazioni, emozioni, pensieri, scrivere e pianificare i propri impegni, concedersi momenti di piacevole relax in famiglia, con gli amici e con se stessi. Pensare cosa ci piace e cosa no, si potrebbe scoprire che da troppo tempo non si fanno attività che possano portarci gioia. Cambiare prospettiva è un cammino di pazienza con se stessi che è necessario. Il nostro corpo, tramite gli allarmi accesi costantemente, ci dice che quella condizione non ci sta bene e quindi va cambiata. Non faremo balzi in avanti repentini, ma procederemo piano piano, mettendo via via un passo davanti all’altro, a volte proveremo a modificare qualcosa, per poi scoprire che non è quella che ci va bene, non fa niente, l’importante è provare fino a trovare quello che ci darà serenità. Ripartiamo da noi stessi, da quello che rende leggera la nostra anima, soddisfatto il nostro cuore. Solo così potremo riaprirci al mondo, potremo pensare di poter avere un futuro da vivere attimo dopo attimo!