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Se tutti i medici sapessero anche ascoltare….

Immagine del redattore: amoretecnoliquidoamoretecnoliquido

Se tutti i medici sapessero anche ascoltare, tutti i pazienti si sentirebbero aiutati, accolti e legittimati in ciò che dicono anche quando le diagnosi sono catastrofiche. Chi chiede cura non ha competenze mediche ma conosce il suo corpo che manda segnali e sintomi chiari, che con il tempo ha imparato a decodificare al punto da capire quando sia il momento di chiedere aiuto. Dall’altra parte ci si interfaccia con un essere umano che ha competenze mediche ma non sempre quella intelligenza del cuore, quella capacità di ascolto attento ed autentico che eviterebbe molte complicazioni che inevitabilmente, poi, accadono. Prima di pensare che un paziente sia esagerato o drammatico, perché non soffermarsi nel chiedere ulteriori informazioni? Quella del medico è una professionalità complessa, nobile, rivolta al benessere dell’’umanità. Tutte le professioni che coinvolgono esseri umani necessitano di una capacità di ascolto attento particolare. Perché non utilizzare qualche minuto in più per capire meglio? Si eliminerebbero tanti imprevisti che appesantiscono il momento di difficoltà.  E quando gli errori si fanno, capita perché siamo esseri umani, forse dimostrare dispiacere e non rimanere blindati nelle proprie convinzioni errate, farebbe sentire il paziente rincuorato e grato. A fronte dei distratti, di chi ascolta poco, c’è chi oltre a competenze professionali dimostra l’ascolto del cuore, l’attenzione, l’accoglienza, la cura e diventa, per il paziente, un faro acceso nella notte che indica il cammino da seguire,  a cui essere grati, anche solo per l’ascolto attento, anche quando soluzioni mediche non ci sono ma solo un modo per mantenere un delicato equilibrio del corpo!

 
 
 

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