Ciò che è accaduto tre anni fa ha grandi conseguenze nel nostro vivere odierno. La pandemia ha acuito e fatto esplodere le difficoltà personali già presenti e latenti. Fino a quel momento ci relazionavamo come avevamo sempre fatto e come gradivamo fare. Da quel momento si è creato un buco relazionale ed interpersonale, anche se molte persone si atteggiano come se nulla fosse successo. Ci è mancata la presenza e non possiamo non dirlo, ne dobbiamo prendere atto ed accettarla per ciò che è stata! Ognuno di noi ha reagito come ha potuto, per quello che era possibile in quel momento! Oggi non possiamo prescindere dal passato per vivere l’oggi e costruire il domani! Chi non riesce o non è riuscito a fare tutto questo, è crollato perché il corpo, non consapevole, ha mantenuto memoria di questo scollamento incredibile dalla quotidianità!
Un buco esistenziale: quel tempo lo abbiamo vissuto emotivamente e cognitivamente ma ci siamo persi il relazionale!
Lo osservo in tutti ma ancora di più negli alunni e studenti che incontro. Non è una questione di programmi didattici svolti, quello, in sintesi, è stato fatto ed i concetti sono stati trasmessi. Quello che è mancato è stata la condivisione esperienziale didattica e la relazionalita’ tangibile. La multimedialità, pur essendo incredibile ed in quel momento è stata utilizzata da tutti, anche da chi non la usava, non è riuscita a colmare l’aspetto relazionale interpersonale. Nessuna distanza fisica può essere colmata se non con la fisicità concreta perché siamo esseri umani che necessitano di presenza vera. Tutto questo ci è mancato e come adulti e docenti non possiamo trattare i ragazzi stupendoci delle reazioni che hanno ancora oggi. Noi adulti abbiamo memoria dei tempi della relazione libera. Loro, nell’attimo dell'esperienza sono stati inibiti ad osservare, perlustrare e sperimentare. Dobbiamo avere coscienza di tutto questo, senza rimproveri ne’ critiche ma sollecitandoli ad una relazionalita’ nuova e soprattutto libera e consapevole!
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