Tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, negli Stati Uniti, si diffuse il fenomeno di trasformare, modificare, abbellire le bambole di poco valore, rendendole quanto più assomiglianti ad un neonato o ad un bambino vero.
Le bambole realizzate venivano scambiate o vendute in mercatini locali.
Questa tecnica artistica oggi si chiama reborning.
A diffondere il fenomeno fu internet, attraverso forum e chat, queste donne hanno iniziato a scambiare le proprie opinioni, confrontare la propria tecnica con quella delle altre e iniziando a vendere i propri lavori.
Dal 2009 il fenomeno del reborning ha iniziato a diffondersi in tutto il mondo: dai paesi anglosassoni, poi nel resto d'Europa, specialmente Italia e Spagna.
In cosa consiste questa tecnica?
Si prende una bambola giocattolo che va disassemblata eliminando ogni traccia del colore di fabbrica fino ad ottenere testa ed arti neutri, puliti e pronti per essere sottoposti al reborning. Oppure si può utilizzare il kit composto di testa ed arti, già predisposto all'applicazione della tecnica. I kit sono copie di opere originali di scultori di bambole, spesso sono in serie limitata.
Si dà colorito naturale, capillari e tutti i particolari tipici dei neonati, lanugo, capelli e ciglia compresi.
La bambola o il kit alla fine del processo “rinasceranno”, ovvero diventeranno una nuova bambola.
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