La campanella della scuola è suonata!

La campanella è suonata per noi, i bambini e le famiglie.

Un suono non sempre armonioso ma caro, a chi vive la scuola, che scandisce il nostro tempo di permanenza negli edifici scolastici.

Siamo scesi in trincea per la battaglia, o lo slalom dal killer invisibile!

Genitori preoccupati, insegnanti con il cuore oscurato fino a che non si incontrano i bambini che dissolvono ogni timore e pesantezza.

L’inizio della giornata è molto strano, la mascherina ha il potere di ovattare gli altri sensi, come se fossimo meno ricettivi ai suoni, come se si rallentasse la quotidianità consueta.

Le aule scarne, il mobilio minimale, ma ci sono loro, piccole creature: bravissimi nell’indossare questa copertura necessaria.

Distanti ma vicini, si amplificano i sensi del cuore, si raccomanda la distanza fisica, si affinano i dialoghi del corpo che continua a comunicare.

Diventiamo più attenti, grandi e piccini, ad imparare a parlare con gli occhi, la postura, la gestualità, perché la voce è meno limpida.

E si arriva in mensa, la mascherina cala, si palesano visetti completi, ed è quasi necessario riconoscere nuovamente i volti.

Ci guardiamo ci sorridiamo, prima gli occhi e poi tutto il volto.

Tocchiamo una cosa, gel, si va al bagno, gel, sapone, si rientra, di nuovo sapone e gel...

I problemi ci sono, siamo lontani dalla nostra conosciuta normalità, distanti dall’idea consueta di scuola!

Continue assimilazioni ed adattamenti.

Andrà bene?

Non lo sappiamo, ma siamo compatti nel fare del nostro meglio per proseguire questo cammino.

Siamo l’unica categoria lavorativa che è in presenza ogni giorno ed adottiamo le misure sanitarie indicate sperando di non ammalarci.

In ogni giornata, i movimenti di igienizzazione, che abbiamo imparato in questi mesi, diventano accurati, quasi naturali.

La scuola ha il suo volto consueto, perché ci sono i bambini, mascherati, distanti, ma vicini con la mente ed il cuore, è comunque scuola!