Continuo la mia disamina del confronto fra pandemie nel tempo. Molte le analogie, poche le differenze. Rileggere oggi Camus, visto quella che è la nostra quotidianità, rende questa lettura, di un tempo lontano, drammaticamente attuale.
Quali furono le iniziali misure di contenimento del contagio rispetto ad ora?
Allora: “ Raccomandata agli abitanti di rispettare le norme di pulizia ... obbligo alle famiglie di dichiarare i casi diagnosticati dal medico ed acconsentire all’isolamento dei malati nelle apposite corsie dell’ospedale... alcune voci ulteriori imponevano la disinfezione della camera del malato e del veicolo di trasporto”.
Per noi nel 2020: Inizialmente c’era l’indicazione di indossare la mascherina, di mantenere la distanza sociale, di utilizzare i guanti, di lavarsi spesso le mani, frizionarsi le mani con il gel; stare in quarantena quattordici giorni, se si era stati in contatto con una persona positiva. Questo era lo scenario delle indicazioni iniziali più volte modificate in questi mesi. Della malattia non si sapeva tantissimo, oggi di più. Ai tempi di Camus la pandemia era la peste vista come emblema del Male.
Oggi combattiamo e ci ripariamo da un virus invisibile. Qualcuno, inizialmente, affermava che fosse una punizione del Cielo o un esagerato complotto planetario. Vogliamo sapere come mai sia successo tutto questo, forse risposte esaustive non le avremo mai, navighiamo a vela nel mare delle supposizioni.
Come se fossimo bendati, ci dimeniamo al buio, ipotizzando l’imminente contatto con la bestia infernale, il cui incontro non sappiamo che conseguenze avrà!
Ogni giorno un bollettino di “guerra” del numero dei contagi e delle persone desolatamente strappate al nostro mondo.
Fingiamo una pseudo normalità, scandita per molti, ma non per tutti, da ritmi lavorativi.
Il nostro piede, ogni mattina posa il suo peso su sabbie mobili pronte a risucchiarci, se si modificasse un labile equilibrio.
Andrà tutto bene? Così speravamo mesi fa!
Oggi nessuno più, per fortuna, si azzarda a proferire tale frase. Era figlia di una realtà che sognavamo ed ancora non aveva sfiorato, bruciato, arso la nostra pelle e la nostra anima.
Oggi combattiamo, cercando di rimanere forti nella mente e nel cuore, caparbi, perché è l’unica strada da percorrere perché il nostro piede non frani!
Abbiamo un’unica certezza quella dell’oggi, viviamola!
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