Da Camus: “E per tutti noi il sentimento principale della nostra vita, che pure credevamo di conoscere bene ... assumeva un volto nuovo.... Quella separazione brutale. Senza appello, senza un avvenire prevedibile, ci lasciava sconcertati, incapaci di reagire di fronte al ricordo della presenza ancora così vicina e già così lontana che ora occupava le nostre giornate.”
Il Covid ha spazzato via le nostre labili certezze sul futuro e sul quotidiano vivere e relazionarci.
Labili, perché certezza non c’era e non c’è di nulla, tranne che del “qui ed ora” che stiamo vivendo.
Mesi fa ci siamo dovuti creare una nuova quotidianità da inventare e trasformare continuamente.
Il tempo che, prima del Covid, era velocissimo, sempre insufficiente, si è dilatato. Questa la nostra percezione iniziale.
Ben presto tutto si è ulteriormente trasformato, ci siamo sentiti catapultati in un lavoro in remoto, non consueto, che ci ha assorbito e tenuti incollati alla postazione del computer per un tempo senza tempo.
Oggi nuove trasformazioni, con la nostra bella Italia divisa in colori, nessuno rasserenante.
Galleggiamo in un tempo non tempo, i luoghi familiari, che sentivamo sicuri, ora possono apparire stretti, le nostre città sono desolate.
Fermarsi a pensare a quello che stiamo vivendo da’ contezza di una dimensione surreale, sospesa, senza tempo.
Ho sempre esortato i miei pazienti a vivere il qui ed ora, oggi ancora di più.
Dopo questo quadro infausto, che fare?
Traiamo insegnamento dal passato che ci suggerisce che ogni dolore, anche il più grande ha una fine!
Tutto questo avrà una fine!
Senza rimanere incatenati al pensiero della incertezza della vita, proseguiamo il cammino.
Grazie!!!!
Bellissimo il tuo commento! Molto sentito. Proprio brava, Val !
Grazie Paolo!
Brava Valeria. La vita è adesso 😎