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DAD: un esperimento fallito?




Ho letto molti articoli che hanno definito la DAD un fallimento.

Riflettiamo un po’ insieme!

Tra marzo e giugno dello scorso anno, da docente di scuola primaria, l’ho trovata una modalità, l’unica possibile, in quel momento di estrema urgenza!

È stata un fallimento solo per chi non si è immerso con tutta la volontà ed il cuore per non perdere il contatto, non solo didattico, ma educativo ed emotivo, per crescere insieme ai propri bambini!

In questo anno scolastico come è andata?

La scuola dell’infanzia e primaria, secondaria di primo grado, hanno sentito poco l’influenza della DAD, perché a parte, momenti di quarantena, siamo riusciti a vivere in classe con i nostri alunni. Faticoso, a volte inquietante ma emozionante perché c’erano quei volti con occhi colmi di speranza e di voglia di stare a scuola insieme ed imparare.

Così non è andata per i ragazzi più grandi, delle superiori ed università che hanno fatto una fatica terribile!!!

Si parla tanto della loro scarsa capacità di rimanere attenti!

Vi sembra strano? A me no!

Mi sono capitate lezioni da docente e da alunna. Come alunna per riunioni o formazione, potendo guardare solo il volto del docente mentre sulla piattaforma tutti gli altri erano tondini con la lettera iniziare del nome o cognome. Può essere facile così? Solo in caso di lezioni interattive si può pensare di rimanere incollati al monitor!

Solo se il docente proietta video, utilizza slido, mentimeter e tutti quei supporti utili per rendere le presentazioni interattive con domande, sondaggi, word cloud ed altro, in questi casi l’attenzione può rimanere attiva.

Ma quanti docenti hanno utilizzato tutto questo?

Pochi!

Sappiamo che il digitale può ampliare ma non sostituire la ricchezza del rapporto tra persone in carne ed ossa.

Vediamo già gli effetti collaterali di una generazione destinata a una mattinata scolastica da hikikomori, un infinito pomeriggio senza limiti, nottate svegli, ritmi circadiani completamente stravolti.

E se tutto questo non bastasse assistiamo già a rendimenti scadenti, a perdita di attenzione, a chi vuole abbandonare gli studi.

La scuola in presenza non è stata permessa ai grandi che, forse, sono stati ritenuti capaci di sostenere una formazione solitaria, poco stimolante e coinvolgente quando strutturata come mera lezione frontale.

I grandi avevano più bisogno di relazioni autentiche di persona, di una scuola in presenza, possibile che non si sia valutato tutto questo? Possibile che non si è pensato che sarebbero stati in grado di seguire le norme per un contatto in sicurezza?

Gli effetti dolorosi di ansia, depressione, isolamento, abbandono scolastico, sono purtroppo già tangibili. Per i grandi la DAD frontale non interattiva e non stimolante è stata un fallimento. Ma non è stata un esperimento riuscito male, doveva essere una modalità da utilizzare per un breve tempo.

Per settembre, se ci troveremo ancora a vivere ciò che è stata la scuola di questo anno, non si può pensare di continuare a lasciare i grandi chiusi nelle loro stanze, è ora di riportarli nelle aule scolastiche, trovando un modo sicuro ma in classe!!!

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