Cultura del conflitto come cultura della relazione…
Esistono relazioni interpersonali autentiche scevre da conflitti? Non credo! Una tale visuale ci porta a vivere e sognare mondi utopici. Ci avviluppiamo in miti che vedono la relazione all’insegna della pace, bontà, armonia. Una visuale deleteria perché non possiamo, sempre, metterla in atto nella nostra vita e ci porta a quelle modalità distruttive che vorremmo evitare. Si rischia di giungere alla banalizzazione della gestione dei problemi, convinti che, per risolverli, si debbano eliminare. Volersi bene, stare bene insieme a tutti i costi, sono dictat impossibili perché la ricerca spasmodica di pace annulla il confronto ed il conflitto relazionale, quindi si castra la possibilità di evoluzione e di crescita. Impariamo a stare nel conflitto invece di evitarlo o negarlo. La cultura a-conflittuale diventa simbiotica e disconosce la possibilità che ci sia confronto, ne nega il problema accentuandolo. Cambiamo visuale, prospettiva, creiamo le competenze che consentano di restare nel conflitto e gestirlo. Riuscire a stare negli aspetti difficili della relazione interpersonale: nel disagio, nello scontro, nella perturbazione.
Non educhiamo e non inneggiamo al buonismo dei buoni sentimenti ma apriamoci alla capacità di vivere il conflitto che genera una dimensione di libertà e di crescita! Con un atteggiamento costruttivo e con la serena determinazione di chi è consapevole che ci salveremo insieme o non ci salveremo affatto!
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