Quando sentiamo i termini Casper e Ghost la nostra mente va alla filmografia. Casper è il fantasmino del fantasy basato sul personaggio omonimo protagonista di cartoni animati e fumetti. Senza riportare la trama del film del 1995, mi soffermo su Casper che è un fantasmino gentile, carino, mite e sensibile che vorrebbe fare amicizia con i vivi. Ghost è un film del 1990, noto ai più, intenso e struggente. Il protagonista, per sventare una rapina rimane ucciso, incapace di abbandonare la compagna, disperata per la sua morte, le rimane accanto, per proteggerla, vestendo i panni di un fantasma.
Non basta la bella filmografia per intenerirci o farci gioire quando incontriamo, sul nostro cammino relazionale, un Casper o un Ghost, tutt’altro!
In amicizia, in ambito lavorativo, nella coppia, i rapporti, gli eventuali legami, sono impregnativi e non sempre limpidi e cristallini.
La modalità Casper e Ghost erano messe in atto anche in epoca pre tecnologica, oggi con la multimedialità, i social, le app di incontri, l’utilizzo degli sms o whatsapp, questi comportamenti sono più evidenti. Il Casper mette fine alla frequentazione, taglia il legame, il rapporto, in modo graduale e meno repentino del Ghost che sparisce improvvisamente. Come capire se ci stiamo relazionando con un Casper? Il Casper si sta comportando in modo via via più freddo verso di noi, precedentemente aveva piacere di sentirci più volte al giorno, era propositivo, faceva progetti; poi abbiamo iniziato a sentirlo sfuggente, distaccato, distante. Ha cominciato a visualizzare i nostri messaggi senza rispondere o facendolo dopo molte ore, l’abbiamo giustificato pensando ad impegni lavorativi, anche se una parte di noi percepiva che stavamo crollando verso la fine della relazione.
Cercare un confronto per avere esplicitata la motivazione della graduale assenza, non servirà ad evitarla, non porterà l’altra persona a cambiare strada perché ha già deciso la fine della comunicazione; servirà solo a noi per avere conferma della nostra percezione, per non rimanere in un limbo di sospensione in attesa di qualcosa che si è dissolto come neve al sole. Serve a noi per non entrare in un vortice di frustrazione alla ricerca di ciò che abbiamo detto o fatto di sbagliato, non lo troveremo, ma ci consentirà di non diventare pedanti, patetici, per non umiliarci di fronte a chi non può non scappare perché questo è il suo funzionamento. Ma il confronto, le spiegazioni reali non arriveranno. Se incalzato l’altro ci dirà che farnetichiamo o facciamo voli pindarici, in realtà le nostre sensazioni e percezioni erano corrette. Cosa spinge a comportarsi da fantasma? Il proprio funzionamento di personalità, la difficoltà ad intessere legami autentici, solidi, il senso di inadeguatezza, insicurezza verso se stessi, la voglia di avvicinarsi e nel contempo la necessità di solitudine; il timore di fidarsi ed affidarsi. Per un lungo periodo cerchiamo di mantenere viva la comunicazione, abbiamo capito il suo funzionamento, abbiamo capito la sua profonda solitudine, sensibilità, le necessità. Ma a lungo andare il silenzio diventa assordante, le non risposte più acute di mille parole. Questi fantasmi vivono nel costante timore di essere allontanati anche se si mettono da soli nella spirale della “ profezia che si autoavvera “ perché non dando spiegazioni sensate, mettendo a dura prova la nostra pazienza e capacità di comprenderli alla fine li allontaneremo per non soffrire più ingiustamente.
Non si può rincorrere chi ha deciso di andarsene senza neanche salutarci, senza ringraziarci del tempo passato insieme. Non possiamo aiutare chi non lo vuole! Non ci resta che sperare che stiano bene, che la nostra vicinanza disinteressata ed autentica li abbia avvolti come una carezza delicata! Di noi stessi cosa abbiamo capito? Che li abbiamo percepiti e sentiti per come erano veramente. Ci fermiamo, li osserviamo, sono di spalle e se ne vanno lungo la strada che hanno scelto, sono bianchi, leggeri, soli; ma, forse, nel loro cuore sanno che per un attimo sono stati in compagnia, li abbiamo compresi, apprezzati, capiti, accolti!
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