Ogni volta che ci relazioniamo con un adolescente oggi, ci chiediamo come eravamo noi alla stessa età?
Così simili ma così diversi!
Simili nell’innamorarsi: con tutto se stessi, con serietà ed impegno e con il sogno che sia per sempre.
Con simile voglia di un appagante futuro, anche se i ragazzi, specialmente in questo anno, non si chiedono nulla sul domani e vivono l’oggi.
Differente è l’autonomia quotidiana: crescevamo nel gruppo che vivevamo giornalmente, fuori di casa, ai giardini, “al muretto” ci aiutavamo tra di noi. Con genitori che si aspettavano certi comportamenti che non avremmo mai pensato di confutare.
I ragazzi oggi sono organizzati dai genitori fino alla scuola secondaria di primo grado, quando si stabilisce, per ragioni anagrafiche, che siano capaci di gestire una socialità che fino a pochi giorni prima era ancora scadenzata dai grandi.
Rispetto alla tecnologia ci facevano compagnia la televisione, visibile per un tempo limitato e stabilito, la radio e poco altro. Il telefono di casa era usufruibile con il contagocce e si utilizzavano le cabine del telefono, con gettoni, per poter parlare liberamente.
Oggi i ragazzi hanno dispositivi tecnologici già in tenera età sia per comunicare che per giocare.
Da piccoli gli si dà in mano un tablet o uno smartphone per intrattenersi durante momenti di attesa o svago dei genitori.
Questi strumenti diventano baby-sitter tecnologici.
Diventati più grandi comunicano per wzp con amici che abitavano alla porta accanto.
Per pigrizia, per estrema comodità. Cellulare sempre in mano tanto da non accorgersi di ciò che accade vicino a loro.
Siamo simili e così diversi!
Che fare per colmare queste differenze?
Basta ascoltarli!
Oltre quell’aria indifferente c’è un grande desiderio di raccontarsi a chi sarà capace di andare oltre la propria storia per calarsi nel loro incredibile mondo!
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