Lo penso quindi è reale! Questo mi dicono i giovani, spaventandosi di quello che pensano e rimanendo incastrati nel susseguirsi e nelle conclusioni a cui giungono i loro ragionamenti.
Davvero e’ sempre reale ciò che si pensa?
No!
Si può pensare qualcosa che è reale come pensare a qualcosa che reale non sarà mai o è un semplice esercizio mentale di immaginazione e voli pindarici.
Immaginare mondi possibili, futuri differenti, per noi, analogici, che abbiamo passato tutta la vita sui libri dall’infanzia all’età adulta; che ci siamo persi nei racconti allenando la mente a svariate realtà, per noi è stato, ed è, un esercizio mentale stimolante e divertente.
Nell’ascoltare più di un ragazzo atterrito dal proprio pensare ho chiesto se leggano, la risposta è stata no!
Allora mi sono chiesta se questo influisca sul loro modo di concepire e percepire la realtà e la fantasia, secondo me sì.
Mi sono detta che, forse, il non leggere, non ha allenato la loro mente, non si sono persi nei racconti di altri, non si sono abituati a distinguere la realtà dalla fantasia, una cosa pensata da una concreta.
Non tutto quello che pensiamo è reale, non tutto è verità, ma saper giocare con i propri pensieri è possibile quando non si ha a che fare solo con la realtà.
Spero che i ragazzi ed i giovani scoprano il gusto di leggere perché non solo accresceranno il loro lessico ma alleneranno la mente ad immaginare futuri possibili senza averne paura, impareranno che i pensieri sono i loro e che sono solo pensieri: alcuni passeggeri, alcuni costanti, alcuni reali, alcuni concreti, altri fugaci come bolle di sapone che scoppiano quando arrivano a terra.
Perché possano arrivare a dire: “Lo penso, può essere reale ma anche no e va bene lo stesso! È solo un mio pensiero!”
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