C’è solo dentro…le dimensioni interpersonali nelle realtà atipiche
Riparliamo del dentro, questa volta riflettendo sulle relazioni e dimensioni interpersonali che si intrecciano con la storia, con le emozioni, con le caratteristiche personali di ognuno di noi.
C’è solo dentro nella realtà atipica del paziente in ospedale.
Eppure di solito si parla dei ricoveri ospedalieri come se ci si immergesse nelle acque dei reparti e si emergesse asciutti. Non è così!
Alcune volte si ha la possibilità di prepararsi mentalmente all’imminente ricovero ed a quello che avverrà. Altre volte i crolli sono così inattesi e repentini da trovarsi a vivere ed affrontare solo quello che c’è momento per momento.
Certi ricoveri sono spartiacque tra la vita prima e dopo il passaggio in reparto. Sono sensazioni permanenti di cambiamento di prospettiva sulla vita ordinaria.
I vissuti atipici, interpersonali, in ospedale sono verso tutti gli operatori, come verso gli altri pazienti. Gli operatori a cui ci affidiamo, nonostante siano sconosciuti, a cui raccontiamo la nostra fragilità fisica.
Nei giorni di degenza gli altri pazienti, compagni di viaggio, cambiano nei letti accanto a noi.
Un materasso ed un letto disinfettato nella sua totalità, lenzuola pulite pronte ad accogliere una nuova storia ed una nuova sofferenza.
I compagni di viaggio si alternano accanto a noi, alcuni passano, salutano e vanno via. Con altri si crea qualcosa di diverso, un legame che non è fugace, gassoso, evanescente. Diventa naturale scambiarsi i numeri di telefono e si rimane in contatto. Il dentro ha colpito tutti, la sofferenza ha mutato la prospettiva sulle cose, nulla è più scontato. Con i compagni di viaggio, sconosciuti fino a poco prima, si è condiviso dolore, la propria privacy personale che pochissimi conoscono. Si rimane in contatto anche per rammentarsi vicendevolmente che nulla è scontato, dovuto. Ogni attimo è prezioso sia nel benessere che nella sofferenza.
Quando si esce fuori, viene istintivo fermarsi un attimo, respirare, alzare lo sguardo al cielo ed alle nuvole. Si ritorna fuori, grati per il fuori, non scordiamo che però c’è il dentro, che ci ha aiutato a ritornare al fuori, che per quanto restringente ed incatenante ci ha permesso di tornare alla libertà.
Il dentro non va dimenticato perché la vita non è banale, ogni attimo è un immenso dono! Il dentro ed il fuori devono essere un monito giornaliero di ringraziamento alla possibilità di vivere!
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